Chi siamo, che cosa facciamo e perché abbiamo bisogno di donatori: tante idee ma anche tanti ritardi nell’arrivo dei fondi pubblici
PIAM, Progetto Integrazione Accoglienza Migranti, è una organizzazione nonprofit con sede ad Asti e svolge attività socio-assitenziali e culturali a livello nazionale ed internazionale. Si occupa di lotta alla tratta, accoglienza di persone migranti con attenzione alla loro formazione e integrazione, percorsi educativi per bambini italiani e stranieri, sviluppo del territorio anche attraverso la riscoperta di antiche colture.
Con un obiettivo: mantenere al centro la persona, i suoi diritti, e attraverso il lavoro e la rinascita delle persone portare valore alla società. Perché l’accoglienza non sottrae risorse e opportunità, ma le crea. Per tutti.
Lo dimostrano le storie che abbiamo da raccontare: come la Trattoria Villa Quaglina, una locanda nel pieno solco della tradizione piemontese, buona e giusta, nel bel mezzo di un centro accoglienza migranti.
Come, sempre nel parco di Villa Quaglina, la sede dell’associazione Caffè Alzheimer che porta natura e giovani nella vita degli anziani malati.
Come gli spazi didattici e colorati dove i bambini possono giocare mentre le mamme sottratte alla tratta studiano e lavorano.
Come le attività con gli animali a Lago Stella con finalità ludiche e di socializzazione.
Come il taxi sociale, servizio per chi non ha mezzi o risorse per spostarsi sul territorio, gestito da Nelson, rifugiato fuggito con la famiglia da El Salvador.
Ma questi sono solo alcuni esempi. Storie di vita. Di umanità. Di progresso. Storie che emergono dai tanti progetti che abbiamo in campo. E per i quali abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, anche dei privati, perché i ritardi nell’arrivo dei fondi pubblici ci mettono in difficoltà.
MA ANDIAMO CON ORDINE: CHI SIAMO E QUALI SONO I NOSTRI PROGETTI
Sono 26 i dipendenti di PIAM, più i 10 della collegata coopertiva Argo. Ci definiamo un’impresa sociale. Abbiamo quattro aree di lavoro.
1. L’AREA ANTITRATTA
- IL PROGETTO ANELLO FORTE
Occuparsi di lotta alla tratta significa iniziare dal principio, dal primo contatto con le ragazze. Che avviene sempre meno sulle strade (meno frequentate di un tempo, perché la prostituzione, anche in seguito alla pandemia, sta cambiando, anche spostandosi in appartamenti), ma piuttosto nei centri migranti: dove le mediatrici culturali fanno colloqui per capire quali ragazze siano arrivate con l’inganno e siano in realtà destinate alla prostituzione, e coinvolgerle in tempo includendole in progetti di accoglienza dedicati. Si fa prevenzione, insomma. Un campo, quello della presa in carico delle donne e mamme vittime di tratta direttamente nei centri migranti, in cui PIAM è ed è stato all’avanguardia, contribuendo a scrivere le linee guida poi adottate dall’intero sistema di accoglienza nazionale (Sai, Sistema di accoglienza e integrazione, ex Sprar).
Oltre al primo contatto il Progetto Anello Forte prevede una prima assistenza, con case di fuga e sostegno sanitario e legale, e poi l’accoglienza residenziale per le donne e i loro figli. Con la gestione di appartamenti, ma non solo: le ragazze vengono accompagnate nel loro percorso con la mediazione culturale, il sostegno economico, un supporto psicologico, la tutala legale, percorsi di istruzione e laboratori di formazione occupazionale, come quelli di cucina, pulizia professionale, ceramica. - IL PROGETTO FAMI ALFA
Le attività sono le stesse dello storico progetto Anello Forte – dall’accoglienza alle attività formative per le vittime di tratta – ma questo è un nuovo progetto, sperimentale, costruito insieme alla Prefettura di Torino, con attenzione ancora maggiore all’identificazione delle donne nei centri di accoglienza. La Prefettura, infatti, ha progressivamente notato la sparizione di donne dai cas (i centri di accoglienza straordinaria, quelli deputati a sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie) e, sospettando vengano trascinate nel mondo della prostituzione, ha chiesto uno sforzo per la prevenzione del fenomeno. - Siamo inoltre impegnati in attività di mediazione culturale in frontiera a Ventimiglia, per donne e minori in transito o di ritorno da altri Paesi, in collaborazione con Save The Children.
2. L’AREA EDUCATIVA
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Organizziamo laboratori e campi estivi a Lago Stella, l’ex circolo di pesca sportiva a Castellero, vicino ad Asti, trasformato da PIAM in parco della biodiversità e luogo di aggregazione e attività all’aperto, anche con gli animali, con finalità di tipo ludico-ricreativo e di socializzazione. Per giovani e bambini dei programmi di accoglienza ma anche per le famiglie del territorio.
- Stiamo creando spazi educativi nelle comunità di accoglienza, spazi a misura di bambino, dove i piccoli possano imparare e giocare con le loro mamme, ma anche con gli educatori mentre le mamme studiano o lavorano per lasciarsi dietro le spalle sofferenze e violenze e costruire un futuro di autonomia e libertà.
- Abbiamo avviato, partendo con le mamme strappate alla tratta, laboratori sulla genitorialità, su temi pratici come la gestione del tempo con i bambini, il linguaggio, il cibo, il gioco. Per dare loro strumenti per navigare da sole, conoscendo bene la società in cui vivono, una volta uscite dai programmi di accoglienza.
Un’area di lavoro nuova per PIAM, e per il mondo dell’accoglienza in generale, che reputiamo di grande valore e che vogliamo trasformare in un caso studio: siamo coinvolti in un gruppo di ricerca e sperimentazione nazionale che ha proprio l’obiettivo di migliorare la presa in carico dei figli delle donne vittime di tratta e rafforzare le capacità genitoriali delle mamme. Per arrivare a scrivere linee guida sulla genitorialità per i programmi nazionali di accoglienza. Ruolo pionieristico che già abbiamo avuto nel campo della lotta alla tratta.
3. L’AREA ACCOGLIENZA
- Gestiamo due progetti della rete Sai (il Sistema di accoglienza e integrazione, ex Sprar, coordinato da Ministero dell’Interno e Anci in collaborazione con gli enti locali), ovvero Il Progetto Prometeo con il Comune di Asti e il Progetto Agape con il Comune di Chiusano. Accogliamo un centinaio di persone in diversi appartamenti per uomini, famiglie, donne con minori. Con particolare attenzione alla loro formazione linguistica e professionale: negli anni c’è stato chi di loro ha trovato lavoro sul territorio, chi è diventato nostro dipendente. Chi si è formato come operatore per le attività ludico-ricreative con gli animali e lavora con gli asini.
Nelson, rifugiato da El Salvador, ha iniziato a gestire il servizio di Taxi Sociale che con Fondazione Compagnia di San Paolo e Cooperativa Argo abbiamo avviato nei comuni della Valtriversa e Val Rilate, zone dell’Astigiano poco servite dai mezzi pubblici. -
Ci sono luoghi simbolo, luoghi pieni di storia, perno dei nostri progetti di accoglienza ma che per noi hanno anche una valenza affettiva e culturale. Luoghi simbolo dell’accoglienza che fa bene al territorio, riqualifica, sviluppa. Per questo vogliamo raccontarli:
VILLA QUAGLINA
Villa Quaglina è una casa padronale dell’ ‘800, ex Seminario degli Oblati di San Giuseppe di Asti, immersa nel verde, con un parco e sei ettari di terreno. Dopo una ristrutturazione negli anni ’70-’80 e un periodo come comunità di recupero per tossicodipendenti, era rimasta abbandonata. Nel 2014 PIAM e il consorzio Coala le hanno ridato vita, trasformandola in centro di accoglienza. All’inizio emergenziale, con la Croce Rossa, la Protezione Civile, una cucina da campo e oltre 600 persone passate da qui il primo anno. Poi, mentre i numeri dei profughi calavano, sempre più strutturata. Oggi ospita 45 persone in stanze doppie, con grandi sale e spazi comuni per le attività formative e ricreative. Tra le attività ci sono quelle con l’associazione Caffè Alzheimer, che ha aperto qui una sede per portare il verde, lo svago e il confronto con giovani e nuove culture nella vita dei malati.
Ma villa Quaglina è soprattutto un grande terreno che è diventato impresa sociale, con la riscoperta e la piantagione di antiche colture, il mais ottofile rosso, il mais giallo marano, il grano saraceno, il grano antico Verna, il grano antico del Sud e il Maracan, che vengono lavorati in collaborazione con l’azienda agricola Cesare Quaglia di Variglie e trasformate in farina e pasta. Con il prezioso lavoro delle persone accolte.
E in più, fondendo l’idea di produrre cibo buono e giusto, e l’idea di integrare sempre di più i luoghi dell’accoglienza nel territorio che li ospita, portando a quei territori valore aggiunto, è nata la Trattoria Villa Quaglina. Una vera e propria locanda, bella (perché la bellezza cura) e aperta a tutti, dove assaporare i gusti della tradizione piemontese e proprio (è questa la novità) accanto a un centro migranti. Per camminare, e assaporare la vita, spalla a spalla.
L’EX STAZIONE DI CHIUSANO
L’ex stazione di Chiusano, sulla linea ferroviaria Asti Chivasso, è una struttura bella e antica che era abbandonata. Il comune l’ha avuta in gestione e PIAM nel 2015 l’ha ristrutturata, proprio con l’aiuto dei migranti. Oggi è una casa di accoglienza per ragazzi, ma anche luogo di aggregazione, dove organizziamo feste come quelle di fine Ramadan. Lungo binari che sono il simbolo della strada che continua.
4. L’AREA SVILUPPO LOCALE
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PIAM è partner del progetto europeo Ruritage (programma H2020), che riunisce 38 partner di 18 Paesi, coordinati dall’Università di Bologna, impegnati a selezionare e rendere replicabili le buone prassi nel campo del terzo settore, nella rigenerazione del territorio e delle aree rurali. PIAM è stato scelto come ente modello nell’ambito dell’accoglienza dei migranti, proprio per la sua capacità di creare valore per il territorio, con progetti come la riconversione dei campi e delle vigne incolte di Villa Quaglina in laboratori di agricoltura biologica, come la ristrutturazione di edifici abbandonati da dedicare all’accoglienza, come i laboratori di ceramica (Terre di Monale). PIAM nell’ambito del progetto è dunque oggetto di studio per diventare un modello replicato altrove. Ma è anche destinatario di risorse per mettere in campo nuovi progetti.
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Anche grazie a Ruritage ha preso vita la Trattoria Villa Quaglina. E si potenzieranno i progetti educativi e paesaggistici a Lago Stella. Si sta sviluppando inoltre il progetto Otto – Basso Monferrato, del quale Lago Stella è punto di partenza e punto informazioni, che ha l’obiettivo di portare turismo sostenibile ed etico nel Basso Monferrato, attraverso l’individuazione di una rete di sentieri percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo. È già stato mappato un percorso di 80 chilometri che abbraccia più di 10 comuni – con la forma di un 8, da qui il nome – e che collega luoghi di interesse storico, culturale, paesaggistico.
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CON QUALI FONDI REALIZZIAMO TUTTO QUESTO E PERCHÉ CHIEDIAMO L’AIUTO DI TUTTI
I fondi pubblici spesso non bastano per realizzare queste idee. Per aprire nuove linee di intervento, immaginare nuovi modi per includere i rifugiati nella società, creare opportunità, attivare borse lavoro. I fondi pubblici non bastano, appunto, perché troppo spesso arrivano tardi. Succede che arrivino con 15 o anche 18 mesi di ritardo rispetto alle spese sostenute. E che quindi ci ritroviamo in seria difficoltà con le banche.
Per questo chiediamo nuovi aiuti, nuova linfa. A fondazioni e privati.
Abbiamo bisogno di tutti, abbiamo bisogno di donazioni: per aiutarci a continuare a sognare.