Varato all’indomani del naufragio del 26 febbraio 2023 come risposta del Governo alle stragi nel Mediterraneo, il “Decreto Cutro” ha un grande limite: non affronta in alcun modo le vere cause che in questi anni hanno portato alla morte in mare di migliaia di persone. Al contrario, prevede un peggioramento della condizione giuridica degli stranieri che arrivano in Italia, con il sicuro effetto di aumentare situazioni di irregolarità ed esclusione anche di chi è già qui da tempo.

Per questo chiediamo con forza di cambiare rotta, per questo siamo scesi in piazza anche ad Asti. È quello che chiedono insieme ad ASGI, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, le organizzazioni e le reti firmatarie di un appello che esprime grande preoccupazione e contrarietà. PIAM aderisce con forza all’appello. Eccone il testo: https://www.asgi.it/notizie/invertire-la-rotta-il-18-aprile-manifestazione-contro-la-conversione-in-legge-del-decreto-cutro/

“Contestiamo in particolare i provvedimenti che mirano a smantellare la protezione speciale a tutela della vita privata e familiare dello straniero – si legge nell’appello – che aveva in parte attutito i disastrosi effetti dell’abolizione della protezione umanitaria, a potenziare la rete dei Centri per il Rimpatrio, a ostacolare il diritto al ricorso dei richiedenti asilo che ottengono un diniego”.

E ancora: “Com’è possibile sostenere che queste misure preverranno il traffico di esseri umani? Si tratta invece, con tutta evidenza, di interventi che renderanno sempre più difficile il soggiorno regolare e una positiva integrazione in Italia e che contribuiranno alla criminalizzazione delle persone migranti, a detrimento non solo loro, ma dell’intera collettività”.

(Foto della manifestazione ad Asti contro il decreto Cutro tratta da AtNews)

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