Quanto si pensa ai giovani che vivono nei piccoli comuni, non nelle città ma nei territori che tanto hanno bisogno di essere rigenerati, ma soffrono di mancanze e carenze di servizi? Come vivono i ragazzi e le ragazze di queste zone, e che rapporto hanno con le istituzioni?

Chiedono, prima di tutto, di essere più ascoltati e valorizzati dalle pubbliche amministrazioni (il 72% di loro crede ad esempio che le proprie competenze siano poco o per nulla valorizzate sul territorio), di avere opportunità formative e professionali ad esempio nel campo dell’imprenditorialità giovanile, e più servizi come trasporti o luoghi di aggregazione per essere incentivati a non spostarsi a vivere altrove. C’è chi vede il futuro “vuoto” e il proprio paese “sempre uguale, con le stesse famiglie e lo stesso parco giochi rotto”, ma la speranza che le cose cambino non manca.

Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca “Territori in movimento – Verso lo Sportello delle opportunità per i giovani” (qui il report e i dati completi), realizzata da PIAM Onlus con il progetto COSÌ In cammino, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Territori Inclusivi. Partner nel progetto sono Bewood, A.R.G.O e cinque comuni del Basso Monferrato, Chiusano d’Asti, Castellero, Cortandone, Settime e Monale. L’idea è portare valore e sviluppo locale, partendo dall’attivazione giovanile, su un territorio che non è quello della città, aree che hanno molte potenzialità ma anche difficoltà: PIAM, che opera qui da tempo con i suoi progetti, ha pensato di coinvolgere i giovani per capirne bisogni e prospettive, e costruire per loro uno sportello che li supporti e faciliti il dialogo con le istituzioni.

Dopo la ricerca sul campo, che si è articolata in 68 interviste tra colloqui in presenza e questionari online, 15 giovani residenti in diversi comuni dell’astigiano – non solo i 5 paesi coinvolti nel progetto – hanno partecipato a due laboratori, il 28 febbraio a Monale nella biblioteca e il 29 febbraio a Settime nella sala consiliare, tenuti da Sofia Maldarizzi – dipendente PIAM e referente del progetto COSÌ – in collaborazione con Silvia Di Passio, esperta community manager. Con la metodologia dell’educazione non formale hanno svolto diverse attività per restituire quanto raccolto durante la ricerca sul campo, per discuterne e strutturare insieme, in un percorso partecipato, i servizi e obiettivi del futuro sportello: i principali temi affrontati sono stati il lavoro, le opportunità di formazione internazionale e nazionale e il concetto di sportello come spazio di connessione tra il territorio e i giovani. Il primo marzo, poi, si è tenuto un incontro per approfondire i progetti Erasmus + e di volontariato internazionale, altri temi cruciali per loro. Presto si organizzerà un altro tavolo con i giovani per proseguire il percorso.

I dati e le opinioni dei giovani

Cosa si evince dalle opinioni dei giovani? “Io in futuro vorrei abitare qui, ma ci sono motivi che non me lo permettono, come il lavoro”, hanno risposto ad esempio nelle interviste M., 16 anni e D. 23 anni, di Castellero. Dalla ricerca emerge che tra i punti di forza del territorio i giovani apprezzano la natura, il senso di comunità, la tranquillità. Però lamentano mancanze che sono tipiche ad esempio delle aree interne e rurali: scarsità di opportunità lavorative, formazione, trasporti, servizi, attività e luoghi di ritrovo. Se il 72% sente poco valorizzate le sue competenze, tanto da spingerli spesso a lasciare i paesi, la loro priorità è proprio il lavoro. E c’è anche la voglia di guardare all’estero. “In quali attività vorresti avere più supporto nel tuo comune?”, abbiamo chiesto nelle interviste: il 44,2% risponde “ricerca lavoro e attività di volontariato”, il 21,2% “ricerca percorsi di formazione”, il 19,2% “orientamento a offerte formative internazionali”. Nel campo della formazione chiedono supporto sui temi dell’imprenditorialità giovanile e, appunto, nell’accesso a bandi e progetti anche all’estero. In ambito professionale vorrebbero rafforzare le loro competenze nei campi dei servizi sociali (21,3%), dell’audiovisivo e spettacolo (14,9%), dello sport (12,8%), dell’ambiente e tutela del territorio (10,6%), del turismo (8,5%).

Il futuro

Alla domanda “Come immagini il tuo paese nel 2030?”, molte risposte sono state amare: “Vuoto”, “Sempre uguale, con le stesse persone, le stesse famiglie, lo stesso parco giochi rotto”. Ma “Spero possano accendersi delle possibilità”, ci hanno anche risposto. Se credono di poter incidere sul futuro? Decisamente, ma si sentono poco ascoltati. L’81,5% crede che i giovani siano molto importanti per il cambiamento e lo sviluppo del proprio paese, ma che amministrazioni e associazioni dovrebbero coinvolgerli di più. Nasce da qui l’idea – l’obiettivo del progetto – di costruire lo sportello per loro. Che risponda a esigenze come l’orientamento lavorativo e la ricerca di bandi di formazione, ma anche esigenze pratiche come la ricerca abitativa, e allo stesso tempo faciliti il dialogo con le istituzioni locali.

PIAM onlus lavora da tempo nel nord Astigiano con il progetto AGAPE per l’accoglienza di vittime di tratta e rifugiati, ma sullo stesso territorio porta avanti ad esempio anche il progetto di reti sentieristiche 8 Basso Monferrato per rilanciarlo dal punto di vista turistico, e a Castellero gestisce l’area naturale Lago Stella: diverse strade con un unico obiettivo, lo sviluppo locale.

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